È stato presentato, in occasione della Settimana europea delle Regioni e delle Città, la nuova edizione del 2020 del Barometro annuale locale e regionale realizzato dal Comitato europeo delle Regioni.
La prima edizione del 2020 si concentra, come prevedibile, sull'impatto della pandemia da Covid-19 sulle regioni, città e piccoli comuni europei.
In particolare sono stati analizzati i costi della crisi che si sono presentati a causa del cosiddetto "effetto forbice", che ha visto da una parte aumentare le spese per il sistema sanitario e per il sociale e dall'altra diminuire le entrate per gli enti locali.
Si è analizzato l'impatto della crisi nelle diverse zone d'Europa: non tutti sono stati colpiti allo stesso modo (sono messi peggio l'Ile de France, l'Andalusia, Castiglia, Leon, Madrid, Valencia, le regioni italiane ma anche le regioni costiere della Croazia, la Bulgaria orientale e la Grecia). Questo è in parte legato all'impatto sul settore del turismo (che costituiva il 10% del PIL UE e che dava lavoro a 27 milioni di persone) e che è stato quello maggiormente colpito.
Il rapporto analizza anche l'impatto di servizi sanitari nazionali totalmente diversi tra di loro (solo per dare un'idea, in media in Portogallo i posti in terapia intensiva sono 4,2 ogni 100.00 abitanti mentre in germania 29,2) e di infrastrutture digitali che non riescono a soddisfare le esigenze di società a cui si è richiesto di cambiare repentinamente (solo 6 stati membri riescono a garantire una scolarizzazione digitale generalizzata per oltre l'80% degli studenti).
Infine, ciò che emerge dai sondaggi fatti è che i cittadini continuano a ritenere gli enti regionali e locali i più vicini alle proprie esigenze e quelli di cui si fidano di più. In molti, oltre il 67% degli intervistati, ritiene che gli enti locali e regionali non abbiano abbastanza influenza sulle decisioni adottate a livello europeo e il 58% ritiene che attribuire loro maggiore influenza avrebbe un impatto positivo sulla capacità dell'Unione di risolvere problemi.
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