Caso Polonia: appello delle donne italiane all'UE

La decisione del governo polacco di intraprendere la procedura di abbandono della Convenzione di Istanbul sta diffondendo molta preoccupazione in tutta Europa. La Convenzione, adottata da Consiglio d'Europa nel 2011, è uno strumento fondamentale in quanto è il primo strumento internazionale vincolante per la difesa dei diritti delle donne a livello internazionale. L'Unione europea, con la Risoluzione 2019/2855(RSP), ha votato l’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e ha invitato tutti gli stati membri a ratificarla.

Quindi è chiaro come un passo indietro, sopratutto in un momento come questo, in cui i passi in avanti nel raggiungere obiettivi in materia di diritti delle donne non sono ancora all'altezza delle nostre aspettative, sia un dato particolarmente grave.

Per questo motivo molte associazioni italiane, anche giornalistiche, e personalità del mondo delle istituzioni, della cultura e dell'università hanno deciso di appellarsi direttamente ai vertici delle istituzioni europee per chiedere di intervenire fermamente. Con una lettere indirizzata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, al Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, alla Commissaria per i Diritti umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatović, alla Commissaria europea per l'Uguaglianza Helena Dalli, al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e al Presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo Robert Ragnar Spanò viene portata l'attenzione dell'opinione pubblica su ciò che sta vvenendo in Polonia:

"Chiediamo che il Parlamento europeo si schieri al nostro fianco e prenda una posizione chiara e netta, rimarcando con fermezza il fatto che esistono – per riconoscersi a pieno titolo come Stato membro dell’Unione europea – diritti universali che non devono più essere messi in discussione. Perché, se le uniche voci a levarsi saranno quelle dalle piazze e dalle strade, se le uniche dichiarazioni saranno quelle rilasciate alle conferenze stampa, se si ignorerà che l’Europa tutta è coinvolta in questa grave decisione del Governo di Andrzej Duda, allora il 27 luglio 2020 passerà alla storia come il giorno in cui non solo la Convenzione di Istanbul diventerà carta straccia, ma anche come il giorno in cui si dirà esplicitamente che in Europa le donne non hanno valore."

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Ultimo aggiornamento: Lun, 03/08/2020 - 13:16