Il Parlamento Europeo e la Privacy dei cittadini Europei

A causa del recente scandalo che ha visto come protagonista in negativo il social network più famoso al mondo, Facebook, il suo proprietario Mark Zuckerberg è stato invitato al Parlamento europeo per spiegare come sono stati raccolti i dati personali di numerosi utenti anche europei, e se questi siano stati usati veramente per manipolare le elezioni.

il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha affermato di essere molto preoccupato per quello di cui è accusata la società Cambridge Analytica la quale avrebbe raccolto informazioni da Facebook senza il consenso di degli utenti, sollevando questioni etiche sulla responsabilità di queste potenti piattaforme digitali. Il presidente ha inoltre ribadito: “Questo episodio è più di una violazione dei dati personali, è una violazione della fiducia. Una violazione che minaccia il funzionamento stesso della democrazia”.

Il Presidente nel sottolineare il suo sdegno ha poi dichiarato: “Abbiamo invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo perché ci fornisca spiegazioni. Abbiamo il dovere di proteggere i diritti dei cittadini e assicurarci che siano informati, soprattutto su questioni così delicate come la protezione dei dati personali”.

I fatti che sono emersi in questi giorni si riferiscono alla società -con base a Londra- Cambridge Analytica, la quale viene sospettata di aver usato i dati di milioni di elettori presi da Facebook senza il loro consenso e di aver inviato pubblicità elettorali personalizzate durante le elezioni americane.

 

Se ciò venisse dimostrato saremmo di fronte ad una gravissima violazione della privacy dei cittadini di tutto il mondo ed il Parlamento Europeo non ha intenzione di passarci sopra. Per questo motivo giovedi 12 aprile Antonio Tajani e i leader dei gruppi politici decideranno quella  che sarà la linea d'azione del Parlamento europeo.
Come detto la prima reazione è stata quella di invitare Zuckerberg e altri rappresentanti dei piattaforme online a partecipare alla plenaria e rispondere alle domande dei deputati.

Diverse sono le linee di intervento che il Parlamento Europeo può adottare. Gli eurodeputati possono adottare una risoluzione che chieda alla Commissione europea di proporre misure per prevenire gli abusi. Ancora il Parlamento può costituire una commissione speciale per investigare le accuse e lavorare sulle possibili soluzioni.

 

Quello che va sottolineato , mentre si continua a fare luce su questa vicenda, è che il Parlamento Europeo si muove, come ha sempre fatto, per proteggere la nostra privacy.

Infatti il Parlamento Europeo ha sempre insistito sul bisogno di conciliare la sicurezza dei cittadini e la protezione dei dati personali, adottando risoluzioni sull’uso dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record in inglese, misura per la prevenzione e l’azione penale contro i crimini del terrorismo), sull’estrazione dei dati e sulla necessità di proteggere le informazioni personali nel mondo digitale. Gli eurodeputati hanno prestato un’attenzione particolare ai trasferimenti di dati fra UE e Stati Uniti, chiedendo la sospensione, nel 2014, dei principi Safe harbour sulla riservatezza e allertando la Commissione europea, nel 2017, sulle attività di sorveglianza dei fornitori di servizi di comunicazioni elettroniche statunitensi.
Alla Commissione europea è stato richiesto di condurre una vera analisi sullo scudo di protezione (privacy shield) fra UE e Stati Uniti per i dati trasmessi per scopi commerciali.

 

Le rivelazioni sull’abuso dei dati Facebook sono arrivate in un momento particolare in materia di sicurezza e privacy dei cittadini, infatti l’Unione Europea si sta preparando all’entrata in vigore del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR dall’inglese General Data Protection Regulation). Tale regolamento stabilisce nuove regole, in tema di tutela dei dati privati, che le società che operano nell’Unione europea devono seguire dando così più controllo ai cittadini sulle proprie informazioni personali.
Il regolamento, che entrerà in vigore il 25 maggio, contiene ad esempio il diritto di sapere quando i dati in possesso di una società sono stati hackerati e il diritto di obiettare alla profilazione. La profilazione è quel procedimento automatico per cui si usano i dati per analizzare, definire e fare previsioni su un individuo.

Per tutelare i dati sensibili dei suoi cittadini durante le comunicazioni elettroniche il Parlamento ha avanzato la proposta di riforma della direttiva sull’e-privacy che applica alti standard di riservatezza, gli stessi delle telefonate, alle comunicazioni via messaggio come Messenger, Whatsapp e Skype.

Nella proposta per una privacy digitale è anche incluso un controllo più severo sull’uso dei dati, che devono essere impiegati solo per lo scopo per cui è stato dato il consenso, e sui meta dati (i cosiddetti dati sui dati, cioè informazioni sui numeri chiamati, sui siti visitati, sulla geolocalizzazione) in modo che siano trattati in maniera confidenziale e non vengano trasmessi ad altri soggetti.

La vicenda è ancora tutta da chiarire ma l'Unione Europea non resta a guardare e si è mobilitata, come ha sempre fatto, per rendere ancora più sicura la nostra privacy

Ultimo aggiornamento: Gio, 29/03/2018 - 12:08