Iniziativa dei cittadini europei

Gli europei avranno presto un nuovo strumento per chiedere all'UE di agire sui temi che stanno loro a cuore. Ma come funzionerà in pratica questa "iniziativa dei cittadini"?
Introdotta dal trattato di Lisbona, l'iniziativa dei cittadini europei serve a rendere più democratica l'UE dando ai suoi cittadini il diritto di esprimersi direttamente. Con l'entrata in vigore del trattato lo scorso dicembre, la Commissione, in quanto organo responsabile di proporre la legislazione, ha ormai l'obbligo formale di considerare, a determinate condizioni, le proposte dei cittadini. Dall'iniziativa dei cittadini "scaturirà un vivace dibattito sulle attività svolte a Bruxelles”, ha dichiarato Maroš Šefčovič, nuovo commissario per l'amministrazione e le relazioni interistituzionali. Il trattato prevede che, perché la Commissione ne tenga conto, un'iniziativa debba essere appoggiata da almeno un milione di cittadini provenienti da almeno un terzo degli Stati membri dell'UE, cioè attualmente da nove paesi. Su queste basi la Commissione ha approvato una serie di norme: innanzitutto, il numero delle firme da ciascun paese dovrà essere proporzionato alle sue dimensioni, per cui si va da 4 500 per i quattro più piccoli fino a 72 000 per il più grande, la Germania. Le proposte che avranno ottenuto almeno 300 000 firme in non meno di tre paesi saranno registrate dalla Commissione, che dovrà poi stabilire se l'iniziativa riguardi una materia di sua competenza. A quel punto, gli organizzatori avranno un anno per presentare le firme mancanti. Se l'iniziativa soddisfa i criteri, la Commissione avrà quattro mesi per decidere se elaborare una normativa, avviare uno studio o astenersi da ulteriori azioni: qualunque sia la decisione, dovrà spiegarla pubblicamente. Per evitare irregolarità, i firmatari dovranno comunicare l'indirizzo, la data di nascita, la nazionalità e un numero di documento (carta d'identità, passaporto o numero di affiliazione al sistema previdenziale). Gli organizzatori dovranno anche render noto chi ha finanziato l'iniziativa. Le norme proposte dovranno ora essere approvate dal Parlamento e dal Consiglio, poi sarà già possibile presentare le prime iniziative, forse già nel 2011.
Ultimo aggiornamento: Mer, 18/01/2017 - 09:31