Nuove norme per i ricercatori e studenti universitari non UE

Il Parlamento europeo ha approvato la scorsa settimana delle nuove norme di ingresso e soggiorno che renderanno le Università europee ancora più attraenti per gli studenti e i ricercatori altamente istruiti provenienti da paesi terzi. Questo perchè l'attuale legislazione europea è stata giudicata non sufficiente ad affrontare le nuove sfide: da una parte l'invecchiamento della popolazione dell'UE e la penuria di competenze, dall'altra la concorrenza da parte di altre destinazioni in grado di attrarre quanti dispongono di talenti e di elevate abilità. Le nuove regole unificano due direttive già esistenti, su studenti (2004/114/CE)  e ricercatori (2005/71/CE), per garantire che:
  • studenti e ricercatori possano soggiornare nell'UE per almeno nove mesi dopo aver terminato i propri studi o ricerche per cercare un lavoro o di dare vita a un'attività. In tal modo, anche l'Europa potrebbe beneficiare delle loro competenze
  • studenti e ricercatori possano muoversi più facilmente all'interno dell'Unione europea durante il loro soggiorno. In futuro, non sarà infatti più necessario presentare una nuova domanda di visto al momento del trasferimento, ma basterà semplicemente notificare lo Stato membro verso il quale ci si sta spostando, ad esempio per uno scambio culturale di sei mesi. I ricercatori potranno inoltre spostarsi per periodi più lunghi rispetto a quelli attualmente consentiti;
  •  i ricercatori abbiano il diritto di portare i loro familiari con loro e, a loro volta, i membri della famiglia potranno lavorare durante il soggiorno nell'UE;
  • agli studenti sia riconosciuto il diritto di lavorare almeno 15 ore a settimana.
La nuova direttiva prevede anche condizioni di ingresso uniformi e una protezione più efficace per i tirocinanti e i volontari che operano nell'ambito del programma di volontariato europeo. Disposizioni facoltative sono inoltre previste per altri volontari, alunni e ragazzi "au pair" non comunitari, che potranno per la prima volta fare affidamento su una legge europea. La direttiva entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale europea. Gli Stati membri avranno poi due anni di tempo per trasporre le disposizioni nella loro legislazione nazionale.  Fonte: Parlamento Europeo  
Ultimo aggiornamento: Mer, 18/01/2017 - 09:38