Recovery Fund: un accordo di portata storica

A termine del Consiglio europeo del 17 luglio, durato quattro giorni e quattro notti, i capi di stato e di governo dei 27 paesi membri hanno trovato un accordo che è stato definito storico da parte di tutti.

Il Recovery Fund, il piano finanziario messo in campo dall’Unione europea per uscire dalla crisi sanitaria e economica che ci ha travolti, è diventato realtà. Ma vediamo in breve cosa comporta.

Un piano di finanziamenti di 750 miliardi, a cui si aggiungeranno i fondi per il bilancio del nuovo settennato 2021-2027 (arrivando così a 1074 miliardi). Di questi 750 miliardi, 360 saranno assegnati sottoforma di finanziamenti a fondo perduto mentre 390 come prestiti a interesse bassissimo da restituire nei prossimi 40 anni.
L’Italia riceverà, a partire dal 2021, 200 miliardi di euro: di questi, 80 saranno a fondo perduto e 120 saranno sottoforma di prestiti.

Un elemento molto importante da sottolineare è che questo fondo verrà finanziato dalla Commissione attraverso l’emissione di titoli sui mercati finanziari: gli stati dovranno solo fare da garanzia per la copertura. Questo comporta un notevole passo avanti verso l’elaborazione di una politica fiscale comune a livello europeo.

Adesso, la palla passa agli stati, i quali dovranno presentare i loro piani e spiegare come utilizzeranno questi fondi. I piani nazionali dovranno tenere conto delle raccomandazioni della Commissione, come quelle di destinare parte dei fondi a riforme per la trasformazione in senso verde dell’economia o della digitalizzazione.
Si tratta quindi di una svolta storica: un piano di una portata mai vista, che unisce i 27 stati europei nella ripresa.

Qui il discorso di Ursula von der Leyen alla conferenza stampa seguita al Consiglio europeo

Qui il discorso di Ursula von der Leyen alla Plenaria del Parlamento europeo

Qui il discorso di David Sassoli al termine della Plenaria del Parlamento europeo

Qui maggiori info sul dibattito in Parlamento

Ultimo aggiornamento: Ven, 24/07/2020 - 12:46