Slovenia e Croazia più vicine

La vittoria del Sì al referendum sloveno sul ricorso all'arbitrato internazionale per risolvere la disputa territoriale fra Slovenia e Croazia segna un importantissimo passaggio nel percorso di avvicinamento della Croazia - e probabilmente degli altri stati Balcani - all'Unione europea. Il referendum ha visto circa il 52% degli sloveni dichiararsi favorevole alla soluzione di un arbitrato internazionale che stabilisca lo status giuridico della Baia di Piran, attuale unico sbocco al mare per la Slovenia e lungamente conteso dalla Croazia. La disputa nasce nel 1991, all'indomani della disgregazione della Jugoslavia, quando i nuovi stati indipendenti dovevano determinare i propri confini. La Slovenia ha sempre resistito le richieste della Croazia, al punto da usare la disputa per mettere il veto all'ingresso del vicino nell'Unione europea. I timori sloveni riguardavano l'impossibilità di avere accesso al mare se avessero acconsentito a far correre il confine statale con la Croazia a metà della baia.  Dietro queste paure ci sono anche gli interessi commerciali rappresentati dalla movimentazione delle merci nei porti sloveni e croati, in concorrenza nell'alimentare i mercati dell'Europa orientale. La vittoria del Sì, per quanto di stretta misura, è stata salutata con sollievo in Croazia, e ha suggellato un accordo che già i Parlamenti dei due Stati avevano approvato. E' stata altresì salutata con soddisfazione da parte degli altri stati membri della U.E., che vedono l'evento come un viatico alla riduzione delle tensioni fra gli altri Stati nati dalla dissoluzione della Jugoslavia.
Ultimo aggiornamento: Mer, 18/01/2017 - 09:38